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lunedì 5 dicembre 2011
La manovra «Salva-Italia»: qualche osservazione
sabato 12 novembre 2011
Berlusconi dimesso: la Storia agli occhi dei giovani
Dicevo: non voglio dare giudizi – almeno su queste pagine – sul significato politico dell'addio di Berlusconi. Commenti, editoriali, valutazioni più o meno oggettive le leggeremo domani sui giornali, le troviamo già ora su Twitter o negli speciali di Ballarò o La7, le sentiremo per giorni nei bar e sugli autobus. Voglio solo riflettere sul significato emotivo dell'uscita di scena di un personaggio che, sul tetto d'Italia, ha vissuto per quasi diciotto anni.
Noi giovani abbiamo imparato ad avere ricordi sbiaditi della Storia italiana. Un'immagine che ci arriva dai libri e, per gli episodi recenti, dai racconti dei nostri genitori. Noi che eravamo piccoli quando Craxi veniva bersagliato di monetine fuori dall'hotel Raphael, noi che al Parlamento abbiamo sempre visto le stesse facce, alternate a qualche volto nuovo, piombato dal nulla, ma con le stesse idee dei gerarchi di governo ed opposizione. Certo, noi giovani non siamo così sconsiderati dal credere che con Berlusconi scomparirà d'improvviso la vecchia politica, quell'odioso sistema di casta che ben conosciamo. Ma, vedendo questa sera la Storia camminare su un colle di Roma, anche noi ci siamo resi conto di una fantastica verità: nulla è eterno, e tutto può cambiare. Non è la soluzione, ma un buon punto di partenza per il nostro futuro.
mercoledì 22 giugno 2011
Maturità
lunedì 13 giugno 2011
I Referendum e la sconfitta del demagogo
domenica 27 marzo 2011
Il pasticcio italiano nella questione libica
Di per sé è un capolavoro di diplomazia, un affare colossale. Certo, basta un minimo d'intelligenza per capire come il petrolio sia un elemento chiave della guerra libica. Ma d'altra parte, l'opinione pubblica, quella che generalmente si schiera contro ogni guerra, comprende che senza l'intervento militare di potenze occidentali il dittatore sarebbe stato libero di soffocare nel sangue le ribellioni del popolo.
Ritorniamo alla metafora dei due amici che litigano fra loro. L'Italia è proprio in questa situazione: è la maggiore importatrice del petrolio libico [3], e per questo motivo non può evitare un intervento, che le permetta di sedere all'eventuale tavolo dei vincitori della guerra. Ma non può nemmeno palesarsi come conquistatrice di un paese con cui ha di recentemente stretto un trattato di amicizia. Trattato in cui, fra l'altro, era esplicitata la promessa di non-attacco reciproco fra Italia e Libia.
Insomma: quello che per gli altri paesi è un capolavoro di diplomazia (la possibilità di intervenire per i propri interessi, con la scusa di proporsi come difensori dell'ordine del mondo), per l'Italia è un gran casino!
La soluzione di Berlusconi è stata in linea con il suo ruolo di magnate televisivo. Ancora una volta è riuscito ad orchestrare una via mediana, in cui ha tentato di cercare definizioni proprie, che gli permettessero di uscire da quest'impiccio. Lo ha fatto parlando a giornali e televisioni, ma decidendo (e probabilmente non è un caso!) di non esporsi a Senato e Camera, dove l'autorizzazione all'intervento in Libia è stata richiesta dai ministri Frattini e La Russa. In pratica, la linea del presidente del consiglio è stata quella di partecipare alla guerra, ma dichiarando che l'Italia non è in guerra (che contraddizione di termini!). Di più: che degli aerei italiani stavano in effetti volando sui cieli libici per collaborare alle operazioni militari, ma che non avrebbero sparato nessun colpo (come se fosse già possibile prevedere in anticipo l'evolversi di un conflitto militare!). Così l'Italia ne esce come la Rosalia dei Malavoglia, ancora "né carne, né pesce", a metà strada fra una scelta e l'altra, senza alcuna forza per imporsi. Un presidente con ancora le terga al vento, che tenta di riallacciarsi i pantaloni, ma non ci riesce.
[3] http://www.ilmessaggero.it/articolo_app.php?id=36895
lunedì 12 luglio 2010
Mondiali (9)


giovedì 24 giugno 2010
Mondiali (6)


dal sito del Corriere dello Sport:

dal sito del Bild (GERMANIA):

dal sito della CNN (USA):

dal sito de El Pais (Spagna):

dal sito de L'Equipe (Francia):

dal sito del Times (Inghilterra):

IPSE DIXIT:
Lippi: "è tutta colpa mia. Credevo si qualificassero le prime quattro del girone."
lunedì 21 giugno 2010
Mondiali 2010 (5)
lunedì 14 giugno 2010
Mondiali 2010 (4)

sabato 12 giugno 2010
Se questo è un portiere...
venerdì 11 giugno 2010
Mondiali 2010 (3)

per chi legge su facebook: post originale su livingepitaphs.blogspot.com
Risultati:
GIRONE A
Sudafrica - Messico: 1 - 1
Francia - Uruguay: 0 - 0
Legge Bavaglio
martedì 25 maggio 2010
Momento di riflessione..
Italian shop-keepers, businessmen and judges are not the only victims of organised crime networks such as Cosa Nostra, the Camorra, the ’Ndrangheta, and the Sacra Corona Unita. Journalists and writers also find themselves in the line of fire as soon as they try to cover the Italian mafia. One of them is Roberto Saviano, author of the book Gomorra, who is forced to live under permanent police protection.In all, some 10 journalists work under police protection. There have been hundreds of cases of threats, anonymous letters, vandalised tyres, and torched cars. Every journalist writing about these criminal groups has been watched at one time or another. Lirio Abbate, 38, correspondent in Palermo, Sicily, for the news agency Ansa, and author of I Complici (The Accomplices), also lives under permanent police protection. This is also the case, since March 2008, for Rosaria Capacchione, a 48-year-old journalist working for more than 20 years for the leading Naples daily Il Mattino, who covers the Camorra and who, like Roberto Saviano, is being hunted by the Casalesi clan. And their work, with all the risks that accompany it, gets no support from Prime Minister Silvio Berlusconi. In November 2009, he said he wanted to “strangle” writers and filmmakers who give Italy a bad image by focusing on the mafia.
fonte:
http://en.rsf.org/predator-organised-crime,37265.html
mercoledì 27 gennaio 2010
27 gennaio
venerdì 6 novembre 2009
Influenza, l'anno scorso in Trentino 50 morti
da L'Adige
http://www.ladige.it/news/2008_lay_notizia_01.php?id_cat=4&id_news=45297
Influenza, l'anno scorso in Trentino 50 morti
TRENTO - Par di capire che l'influenza A ha colpito soprattutto il sistema di comunicazione di massa dei grandi e potenti Paesi dell'Occidente. Però questo Grande Allarme

serve. Serve a testare i sistemi di allerta contro i virus (l'eterna lotta tra micro e macro organismi sembra pendere a nostro sfavore) è, quindi, un'immensa esercitazione di Protezione civile; la paura che serpeggia nell'opinione pubblica forse serve anche a stimolare la ricerca, però, se i numeri hanno un senso, ce n'è uno che va ricordato: lo scorso anno, il Ministero della salute (tanto importante che in Italia non c'è, nel senso che è fuso con quello del lavoro e delle politiche sociali) ha stimato che i morti in Trentino per causa o concausa dell'influenza sono stati 80.
La nostra Azienda sanitaria fa una stima più cauta e si ferma a 50. In tutta Italia si stimano 8 mila decessi per causa o concausa del virus che lo scorso anno non era l'ormai famigeratissimo H1N1. Morti silenziose. Secondo quanto è stato detto ieri durante la conferenza stampa dell'assessore Ugo Rossi e dai dottori Alberto Betta e Valter Carraro questo virus fa meno danni di quello «normale». Questo emerge dall'esperienza dei mesi scorsi nei Paesi del sud del mondo che hanno già vissuto il picco della pandemia. Quindi il è soprattutto l'influenza dell'informazione. «La vera emergenza è l'eccesso di informazioni talora contraddittorie, presenti per esempio su internet», ha detto il responsabile della Direzione promozione educazione alla salute dell'Azienda Alberto Betta. Vero, ma questa è la realtà con i suoi pregi e i suoi tanti difetti. I pregi stanno nella maggiore trasparenza i difetti nella confusione. Che in casi come questi (il virus all'inizio sembrava pericolosissimo) sembra inevitabile. L'importante è far tesoro dell'esperienza. B.Z.
mercoledì 7 ottobre 2009
Lodo Alfano Illegittimo
L'effetto della decisione della Consulta sarà la riapertura di due processi a carico del premier Berlusconi: per corruzione in atti giudiziari dell'avvocato David Mills e per reati societari nella compravendita di diritti tv Mediaset.
Violato anche il principio di uguaglianza
Il lodo Alfano viola anche l'articolo 3 della Costituzione, inerente il principio di uguaglianza. E' quanto hanno sancito i giudici della Consulta, con la decisione di oggi sulla legge che sospende i processi penali per le 4 piu' alte cariche dello Stato.
Bonaiuti: sentenza politica, Berlusconi va avanti
"E' una sentenza politica, ma il presidente Berlusconi, il governo e la maggioranza continueranno a governare come, in tutte le occasioni dall'aprile del 2008, hanno richiesto gli italiani con il loro voto". Lo ha detto il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Paolo Bonaiuti.
Da Palazzo della Consulta e' stato diffuso il seguente comunicato: "La Corte costituzionale, giudicando sulle questioni di legittimita' costituzionale poste con le ordinanze n. 397/08 e n. 398/08 del Tribunale di Milano e n. 9/09 del GIP del Tribunale di Roma ha dichiarato l'illegittimita' costituzionale dell'art. 1 della legge 23 luglio 2008, n. 124 per violazione degli articoli 3 e 138 della Costituzione. Ha altresi' dichiarato inammissibili le questioni di legittimita' costituzionale della stessa disposizione proposte dal GIP del Tribunale di Roma".
martedì 15 settembre 2009
Beatles, top dell'evoluzione umana?
Mi pare strano che sul mio blog non abbia ancora parlato di Musica. E che a farlo, ora, in realtà mi limiti a citare un articolo altrui (di Clausi e Castaldo, lo si trova su http://musica-ilcaso.temi.kataweb.it/2009/09/15/se-due-alieni-discutessero-di-beatles-e-dintorni/) L'argomento trattato, però, lo trovo molto interessante. Così come l'artificio giornalistico.
Antefatto: a nostra insaputa sul pianeta Crumble (distanza approssimativa 12 anni luce) hanno una ricezione istantanea di quello che avviene sulla terra. La terra è un pianeta sorvegliato da Crumble per incarico della Federazione Intergalattica. I due guardiani di turno sono Leoc3bx e Obi999.
Nei panni degli alieni: Leonardo Clausi è Leoc3bx, Gino Castaldo Obi999
Leoc3bx: “Questi umani hanno proprio una tecnologia obsoleta. Pensa che solo adesso hanno saputo rimasterizzare gli album dei Beatles. Che suonano meglio, per carità ma dimostrano anche quanto poco i discendenti hanno saputo produrre dopo di loro. Guarda le classifiche inglesi. Il ritorno dei Beatles ai vertici almeno ci dà una tregua dalle varie Lady Gaga e Arctic Monkeys”.
Obi999: “E’ vero, che noia. Ma anche i Beatles, ormai li conosciamo a memoria. Li ascoltiamo da anni. Ti ricordi la prima volta?. Avevamo detto: però, questi terrestri. Sembravano avviati bene. Anche l’atmosfera di quegli anni faceva sperare in meglio. Poi sono come regrediti. E stiamo ancora ad ascoltare i Beatles, quarant’anni dopo”.
Leoc3bx: “Per me è la loro cultura popolare a essere scarsa. Dopo la prima età aurea (Bach, Beethoven, Mozart) e la seconda (Elvis, Dylan, Beatles e Stones), mi spieghi cos’altro c’è stato? Forse quel Michael Jackson? Gli U2? Non scherziamo”.
Obi999: “Sei sempre così cattivo con i poveri terrestri. Forse dovresti cambiare pianeta. Non c’è stato solo quello. Poi gli U2 non sono così male. Certo i Beatles…”
Leoc3bx: “Solo trent’anni fa c’è stato uno scossone. Ricordi quello con i capelli rossi, tutto stracciato e soprannominato Rotten, che osava dichiarare che non gli piacevano i Beatles? E il suo degno compare Strummer che diceva ”la finta beatlemania è crollata”. La storia gli ha dato torto, per usare un’espressione che gli è cara. E dire che hanno avuto quasi mezzo secolo di tempo per produrre qualcosa di meglio. Invece, questo continuo riscaldare la stessa minestra…”.
Obi999: “Sì, in parte è vero. Stanno vivendo un periodo così. Riciclano, ripetono, imitano, ricompongono. Idee nuove in giro non se ne vedono. Ma prima di denunciarli alla Federazione aspetterei ancora un po’. Magari è un ciclo. E’ successo tante volte. Il fatto è che non imparano dagli errori. Tutto questo clamore sui Beatles potrebbe essere utile se ci riflettessero sopra, se capissero che per imprimere nuove energie ci vuole un nuovo pensiero. Insomma dovrebbero fare proprio come i Beatles, non nel senso di copiarli, ma di applicare quello che era il loro metodo. Non accontentarsi mai dell’ovvio. Cedere allo stupore, all’estasi meravigliosa dell’atto creativo”.
Leoc3bx: “E poi, diciamocelo, la tesi che avrebbero ucciso il rock and roll, come si è cominciato a capire molti anni dopo, non suona poi tanto assurda. Prima di loro il rock era un misto di stili bianchi e neri, mentre loro lo strapparono alle radici nere, lo annacquarono per renderlo appetibile alle middle class bianche europee e finirono per dividere la cultura popolare da un punto di vista razziale, una cesura irrisolta fino a oggi”.
Obi999: “Questa è una boiata di qualche terrestre in cerca di notorietà, e tu abbocchi come un merlo. Casomai è il contrario. Guarda Aretha Franklin che cantava Bacharach. Quello era tutto un gioco di scambi, era proprio quella la ricchezza della musica popolare del tempo. Ho scoperto scartabellando vecchi archivi che i Beatles stavano per andare a registrare negli studi della Stax a Memphis. Poi andò a monte perché alla Stax non seppero mantenere il segreto e arrivò una folla di fans sovraeccitati. Il disco che dovevano fare era Revolver“…
Leoc3bx: “Stamattina ascoltavo la totalità della musica popolare terrestre dopo il 1968 mentre mi radevo le antenne e ho notato che un buon 45 per cento ricorda qualche cosa che quei Beatles avevano già fatto, meglio, migliaia di anni prima. eppure a º¬º#ºπø] continuano a non piacere: dice che erano meglio i loro rivali, quelli col cantante che ancheggia”.
Obi999: “E’ per questo che li ha vietati. Forse ha ragione. Sul nostro pianeta è vietata la riproduzione di ogni album o brano dei Beatles. E’ censura totale. La Federazione sostiene sia l’unico modo perché qualcuno inventi musica nuova”…
giovedì 10 settembre 2009
L'immortalità di un mediocre

martedì 8 settembre 2009
Arriva Kindle: il futuro della lettura?

Duttilità, praticità e salvezza editoriale, o empietà culturale omicida della poesia?
mercoledì 19 agosto 2009
Lutto nel mondo della cultura

http://video.corriere.it?v
Scrittrice, giornalista, traduttrice e critica, nasce a Genova il 18 luglio 1917. A ventiquattro anni - e in piena seconda guerra mondiale - si laurea in Lettere con una tesi in letteratura americana su Moby Dick. Il capolavoro di Melville è la chiave che le apre la porta sul mondo della grande letteratura made in Usa. Nel 1943, pubblica la prima parziale traduzione dell'Antologia di Spoon River di Edgar Lee Masters.
Il suo mentore è Cesare Pavese, già suo professore al liceo D'Azeglio di Torino e il primo di una serie di incontri fondamentali, tra cui quello con il marito, il grande architetto e designer Ettore Sottsass. L'incontro del 1948, a Cortina, è con Ernest Hemingway. Nasce un rapporto di amicizia e di lavoro. Nel 1949, Mondadori manda in stampa la traduzione di Addio alle armi. La Pivano sarà la maggiore curatrice delle opere dell'autore de Il vecchio e il mare.
Il primo viaggio negli Stati Uniti è del 1956. Al suo ritorno, porterà in Italia la poetica, le pagine di letteratura e di vita della beat generation. Di Gregory Corso, Lawrence Ferlinghetti e poi William Burroughs. La prefazione a Sulla strada di un certo Jack Kerouac è sua. Negli anni successivi, traduce Allen Ginsberg, ma anche Bob Dylan. Il suo approccio alla letteratura non conosce steccati. Di Fabrizio De Andrè dirà, prima di altri, "è il più grande poeta italiano del Novecento".
I suoi Diari (1917-1973), pubblicati da Bompiani, sono una messe di aneddoti ed episodi tratti da una vita straordinaria. Negli ultimi anni, la Pivano continua a promuovere e a riconoscere il talento dei nuovi narratori d'America: Bret Easton Ellis, Chuck Palahniuk, David Foster Wallace. Il suo amore per la musica la porta a partecipare al video di Luciano Ligabue,Almeno credo, e a partecipare alla realizzazione del disco di Morgan omaggio-remake a De Andrè, Non al denaro, non all'amore né al cielo.
I funerali si svolgeranno venerdì a Genova, nella basilica dell'Assunta in Carignano. La stessa dove si celebro, dieci anni fa, l'addio all'amico poeta De Andrè.
(18 agosto 2009)