sabato 27 agosto 2011

Un pomeriggio ad Xfactor - Le selezioni per XFactor 5

Faccio outing; seguo X-Factor dalla seconda edizione, quella che qui in Trentino era diventata una sorta di moda, vista la partecipazione dei conterranei Bastard Sons Of Dioniso (secondi classificati di quell'anno). Non lo seguo mai con attenzione, né con troppa partecipazione.. solitamente anzi sono iper-critico, e come potrei non esserlo? Sono cresciuto circondato da persone che vivono la loro vita in un garage, vivendo per la Musica e per la soddisfazione di un pubblico composto da trenta persone. Una gavetta piena di sacrifici, per poi non raccogliere, a conti fatti, nulla di ciò che avrebbero meritato. XFactor pretende di voler trovare il cosiddetto fattore X.. peccato che poi ti ritrovi in una trasmissione con personaggi costruiti, tentativi spietati di audience che si rifanno alle tipiche atmosfere dei reality (lacrime, ostentazione delle tragedie personali, e quant'altro).
Piccola osservazione. I detrattori di XFactor, io per primo, fanno forse troppo spesso l'errore di addossare proprio al programma la colpa di questo carrozzone che lo accompagna. In realtà basta un po' di onestà intellettuale per accorgersi che la furbizia di Simon Cowell è stata quella di inserirsi in un sistema pre-costruito, e di illuminare con le luci della ribalta tutto lo sporco che già c'era. 
La realtà è un'altra: la Musica è, dal punto di vista commerciale (parlare della Musica come di un commercio mi schifa, ma purtroppo in questo discorso è l'unica ottica su cui mi concentro), come un'azienda prossima alla bancarotta. I motivi si sanno: venir meno del gusto del pubblico (per un generale impoverimento culturale, che porta ad una sorta di massificazione anche dei gusti), pirateria, prezzi troppo elevati dei supporti musicali...il tutto è un paradossale enorme gatto che si mangia la coda: la musica non vende, perché la gente scarica da internet. La gente non compra, perché la musica originale costa troppo. 
I motivi di questa crisi non sono insomma una novità, altri se ne potrebbero trovare. La realtà non cambia: la crisi impedisce alle case discografiche di rischiare. Tristezza immane, chissà quanti talenti non emergono oggi proprio per questo motivo! La Musica in passato è vissuta proprio grazie a questo rischio.. la possibilità di promuovere il perfetto sconosciuto, nella speranza che divenga un grande, ed inizi anche a vendere!
Un tempo, un mancato profitto per l'insucesso di un cantante significava semplicemente un errore di valutazione. Oggi può rappresentare la condanna per una casa discografica. Infatti, ormai nel mercato musicale - come in quello editoriale - riescono a sopravvivere con una relativa tranquillità solo le major, le multinazionali del settore. E non son certo loro a puntare sul primo-arrivato.

Cosa serve quindi, oggi, per riuscire a sfondare? Una gavetta impressionante, una qualità superiore e, soprattutto, o le conoscenze giuste, o la cosiddetta - termine tecnico - botta-di-culo. Che tristezza.

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XFactor, quindi. Per molti è una scorciatoia. Per molti è un demonio. In realtà penso sia una via di mezzo fra le definizioni. È un programma che prostituisce il gusto musicale, quanto - anzi forse meno - di ciò che fanno le case discografiche e le radio. 
È un programma televisivo. Molti lo dimenticano. Come programma televisivo dovrebbe essere sia interpretato, sia giudicato. Chi pensa che XFactor uccida la Musica o è un esaltato, o è poco onesto. La musica, questa musica, in realtà è già morente da anni. 
La Musica. Vive solo nell'ombra dei vicoli, nelle sale prove impolverate di ogni città. Nei timpani sfondati da un amplificatore dal volume troppo alto. Nelle dita insanguinate di un aspirante chitarrista; nel suo sorriso per una semplice scala pentatonica a tempo di metronomo. Questa Musica non è la musica delle case discografiche, non è la musica che si vende e si compra, è la Musica della vita, non è la musica che muore, non è la musica dei media, non è la musica della tv. Non è la musica di XFactor.

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Scindiamo allora i due aspetti. XFactor non è, non può essere, né vuole essere, la sintesi di tutto. È un talent show, in cui si coltivano dei personaggi, per gettarli e farli stritolare dal mondo mediatico. Nulla che mi appartenga per gusto e condivisione. Ma, se si riesce davvero ad essere così onesti da giudicare XFactor come programma televisivo, allora lo si può criticare almeno con più coscienza di causa.

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Il Teatro S.Chiara di Trento
Ho voluto fare di più. Non mi sono tirato indietro con quel sospiro da saccente che molti gettano quando si parla di un talent show. Approfittando del fatto che quest'anno gran parte delle selezioni per i partecipanti di XFactor si tengono a Trento, la mia città, vi ho preso parte. Nel pubblico, sia chiaro..le mie doti canore non meritano di essere esibite.
Mi sono sentito un po' un pesce for d'acqua. Gran parte delle canzoni proposte non mi piacevano; i personaggi che si sono presentati mi sono sembrati a tratti stucchevoli, a tratti persino fastidiosi. Solo in un paio di casi credo di esser stato colpito favorevolmente.
Ma..ci crederete? Mi sono divertito! Beh, lo scrivo chiaramente! Smettiamola di vivere XFactor come un programma musicale; interpretiamolo come una trasmissione di disimpegno! Ecco, io ho vissuto così il mio pomeriggio al teatro S. Chiara. Come qualcosa di nuovo, per passare un pomeriggio diverso. Non sorprendetevi, e non giudicatemi male, se vedrete il mio faccione su Sky. Né se starò persino applaudendo. Tenete per voi il vostro sospiro di supponenza, e cambiate semplicemente canale. Anch'io, come immagino molti dei miei lettori, preferisco di gran lunga altro.. Preferisco un libro alla lobotomia davanti ad uno schermo. Ma, che importa! Non mi precludo nulla! Nemmeno un pomeriggio ad XFactor!

lunedì 8 agosto 2011

Piccolo "appello"

Mi son reso conto che stanno aumentando i 'mi piace'..Quelli anonimi, sotto ai miei interventi, incredibile ma vero! Non voglio esagerare con l'egocentrismo, però permettetemi di dedicarmi e dedicarvi qualche, brevissimo, pensiero.
Non m'importa molto che ciò che scrivo piaccia a qualcuno. Anzi, mi spiego meglio: mi rende felicissimo riuscire ad interessare degli amici, dei conoscenti, o persino delle persone che capitano qui per caso! Ma ancor più adoro sapere che ciò che scrivo sia, semplicemente, letto da qualcuno! 

Alla fine mi son sempre convinto che un blog auto-coltivato, come un piccolo orto dove riversare i miei pensieri, fosse l'unico obiettivo che volessi conseguire..scrivere qui di ciò che mi solletica la mente, solo per volerlo fare! Ma non prendiamoci in giro, se davvero mi accontentassi di questo, beh.. terrei un diario in un  quaderno da quattro soldi, piuttosto che scrivere il tutto online. In fondo, ho sempre sperato che venisse il giorno in cui mi rendessi conto che c'è qualcuno che legge! Perché? Uhm..a dire il vero non so.. mi piace e basta! L'animo umano ricava soddisfazione ed appagamento dalle cose più strane!

Ora, vi chiedo.. ma chi siete? chi siete voi che ogni tanto mettete 'mi piace'? Chi siete voi che leggete? Perché lo fate? Come siete capitati qua? Ci tornerete?
Perdonatemi, ma muoio di curiosità!

PS: lo scorso primo di agosto il blog ha compiuto tre anni.. gulp! gasp!