Ebbene ce ne andiamo a casa: o meglio, se ne tornano a casa loro. Quegli Azzurri che in qualche modo ci rappresentano, chi più chi meno. Tre palloni in fondo alla rete, la nostra, Marchetti col mal di schiena a forza di raccoglierli. Errori, errori ed errori, ogni minuto dei primi quarantacinque questa parola scandita dalla voce di Fabio Caressa su SKY. La voglia infinita di lanciare qualcosa al televisore, o di spegnerlo definitivamente. C'è stato dell'orgoglio, delle unghie con cui si è r-iniziato finalmente a graffiare; ma solo nell'ultimo quarto d'ora. Lì l'Italia è stata una squadra da Mondiale. Prima, solo l'ombra di ciò che quanto meno ci si dovrebbe aspettare.
Ha fatto bene a prendersi le responsabilità Lippi, in apertura della conferenza stampa. In parte ha ragione. Ma non c'è solo lui, non conta nemmeno indicarlo come capro espiatorio: lui lascerà una panchina calda ad un altro nome (quello di Prandelli), con ancora molti problemi da risolvere. Ora ci deve riprendere dalla sbornia del 2006, e riniziare a lavorare serenamente.
Ecco uno degli errori del calcio italiano: in tutti gli studi delle televisioni italiane ci sono ancora le facce del 1982, dei signori di mezza età a cui ancora c'è chi chiede consigli su come vincere. Basta: la vittoria del Mondiale dell'82 è lontana, altrettanto anche quella del 2006. Ora c'è il 2010, e tanta vergogna. Trasformiamola in energia positiva.
dal sito della GAZZETTA:
dal sito del Corriere dello Sport:
dal sito del Bild (GERMANIA):
dal sito della CNN (USA):
dal sito de El Pais (Spagna):
dal sito de L'Equipe (Francia):
dal sito del Times (Inghilterra):
IPSE DIXIT:
Lippi: "è tutta colpa mia. Credevo si qualificassero le prime quattro del girone."
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