mercoledì 27 gennaio 2010

27 gennaio

Ci sono dei rischi a mio avviso nel concetto di “giornata della memoria”, non che celebrare un ricordo e farlo ammonimento sia di per sé sbagliato, né oso erigermi a voce fuori dal coro. Premetto insomma, per non essere frainteso, che è giustissimo ricordare l'anniversario della liberazione di Auschwitz come giornata che ispiri alla riflessione sulle tragedie e le colpe dell'umanità.
Ma il primo rischio è di stigmatizzare un evento passato e sentirlo nel ricordo come un qualcosa di distante, avvenuto ineluttabilmente quasi fosse un peccato originale. Una macchia che è giusto condannare, ma che appartiene ad una cultura sbagliata e così lontana. Come il massacro dei nativi americani, che probabilmente ormai le nuovissime generazioni dimenticano in media come la stessa data della scoperta dell'America.
E' vero che ciò che è accaduto è un parto (anzi, un aborto) di un preciso momento storico, che come tale è irripetibile per filo e per segno. Ma questo non significa che anche oggi non avvengano nel mondo soprusi, genocidi, colpe di un'umanità crudele e sempre costantemente colpevole. Nel mondo ci sono dei momenti in cui l'opinione pubblica viene presa e scrollata, attimi in cui chi è sempre così cieco si sveglia all'improvviso. Il 27 gennaio 1945 è successo proprio questo, ed è giusto che una volta all'anno l'uomo si ricordi di quanto faccia schifo. E' un po' quello che è successo ad Haiti a causa del terremoto, che non ha fatto altro che massacrare e squarciare una popolazione che stava già morendo di fame, svegliando un'opinione pubblica che prima quando sentiva la parola Caraibi pensava solo a spiagge bianche e scenari da favola.
Il secondo rischio di una “giornata della memoria” è quindi direttamente conseguenziale: è quello di prendere un simbolo come quello della Shoah, e dimenticarsi di tutto il resto. Il 27 gennaio che diviene il momento di una catarsi – nel senso aristotelico -, il momento ovvero in cui il Mondo si ferma a ricordare la tragedia più grande, per uscirne purificato e con la coscienza rinata. Come il bambino che il 24 dicembre se ne sta buono, perché Babbo Natale sta arrivando e non sia mai che porterà del carbone con sé! La differenza, in realtà, è che la colpa di un bambino può essere solo quella di essere un po' discolo..la colpa di certi uomini, invece..

Il 27 gennaio non deve insomma diventare il pretesto per dimenticare ricordando, o ricordare per nascondere. Non dev'essere solo il giorno in cui si riflette sulle parole di Anna Frank o Primo Levi, ma il punto di partenza per vivere amando il bene ed odiando il male. Il 27 gennaio, come ogni giorno.

sabato 23 gennaio 2010

From wrong to right

So many bands give the devil all the glory
It's hard to understand, we want to change the story
We want to rock one way, on and on.
You'll see the light some day
All say Jesus is the way.


lunedì 4 gennaio 2010

Anno nuovo

"Sicché sono qui, a salutare l'arrivo di un nuovo anno, tingendomi dell'alibi che con un nove al posto dell'otto io possa trovare le forze (o le opportunità, non tutto dipende da me!) per superare lo scoglio che fa diventare vero il sogno, in questo continuo status di apprendista. O sognatore, appunto, colui che si guarda nello specchio e non vede chi è, ma ciò che potrebbe essere"

Beh, citarmi è forse sin troppo autoencomiastico. Resta il fatto che scrivevo queste parole esattamente un anno fa, e se le ripeto oggi che entriamo nel 2010 non è proprio un caso.
Sia chiaro: il 2009 non è passato via inerme, lasciandomi spoglio di cambiamenti. Anzi: da certi punti di vista la mia vita ha subito qualche forte scossone. Ho lasciato alle spalle alcuni pesi, alcune persone inutili, con cui condividevo la convenienza di un rapporto finto e senza sostanza. Potrei sembrare più solo - e a volte credo davvero di esserlo -, ma in realtà sono più libero dalle ipocrisie e dagli ipocriti. "Non sprechi l'oro dei suoi giorni ascoltando gente noiosa, cercando di migliorare un fallimento senza speranza o gettando la sua vita agli ignoranti, alla gente mediocre, ai malvagi": è una citazione dal Ritratto di Dorian Gray di Oscar wilde.
Ho conosciuto stormi di attori che interpretano personaggi, finti fino al midollo; ragazzi di abissale ignoranza e, quel ch'è peggio, fieramente ignoranti; condottieri dei peggiori disvalori, neoborghesi che si vestivano da neofascisti, figli del Bene che ineggiano il Male - perché per loro la vita è un gioco in cui si nutrono di vizi, perché son sempre stati viziati. Ecco nel 2009 ho tolto gli occhiali che mi rendevano cieco, ho trasformato volti in briciole, e le ho scacciate via.

E'stato un anno positivo, senz'altro. A fronte di questi rapporti che si sono sfaldati sotto ai miei piedi, ne ho risaldati altri, soprattutto con chi davvero voglio accanto. Senza umili sentimentalismi idioti.
Non voglio fare progetti ed altre retrospettive. In fondo, sappiamo tutti che il cambio di anno non è che l'obbligo di cambiare anche il calendario.