mercoledì 18 agosto 2010

La morte di Cossiga

All'età di 82 anni, si è spento ieri Francesco Cossiga, uno fra i maggiori protagonisti dell'Italia repubblicana. Non è facile darne un giudizio, scevro di simpatie o antipatie politiche, soprattutto se si vuole cancellare quel velo di omertà, reticenze e mistero che circonda molti dei nomi della Prima Repubblica. Ma che lo sia stato nel bene o nel male, Cossiga fu davvero protagonista, legando inequivocabilmente il suo nome a quello della storia. Occorrerà certo ancora del tempo prima che di lui si possa avere un ritratto più preciso, più veritiero delle lodi - più o meno demagogiche - del giorno dopo la morte. Fu provocatore, talvolta intelligente e talvolta certamente meno (come quando propose a Berlusconi di infiltrare agenti provocatori nei cortei degli studenti, affinché questi perdessero il controllo, e potessero poi essere puniti con la violenza), tanto che ad un certo punto si diffuse la voce che fosse matto. Lo ricorda Paolo Guzzanti su Il Corriere: "Questo è ciò che scrissero alcuni. Ma Cossiga, posso garantirlo, s'era solo fatto furbo". Furbizia: ecco un'altra delle caratteristiche di Cossiga, forse una dote, forse persino un difetto. Cossiga il politico, Cossiga il teologo, Cossiga il massone, Cossiga che si porta nella tomba forse troppi segreti sugli anni di Piombo (anche sul caso Moro). No: non è facile darne un giudizio. Ma se qualcuno lo deve fare, lasciate che siano gli storici e non i politici. O continueremo sulla linea dei segreti e delle mitizzazioni, che già tanto male hanno fatto alla cultura del nostro Paese.