domenica 2 gennaio 2011

MMXI


"Perché sono stanco, come se fossi in viaggio da sempre?"

Scrivo il tradizionale pensiero per l'anno nuovo (come nel 2009 e nel 2010) con un umore un po' strano. Sarà la stanchezza di una bellissima giornata, con le emozioni che si è portata con sé. Sarà sempre questa sensazione di dover riscrivere le stesse cose degli anni scorsi: che nulla è veramente cambiato, che mi mantengo lì sull'orlo d'un trampolino che non posso saltare. Saranno mille altre cose, compresa quella sensibilità di cui a volte farei volentieri a meno. Però inizio ad essere un po' stufo. Non è forse caratteristica dei ventenni essere stufi? Ed io ventenne lo sono, ventitreenne ad esser preciso, con tutto quel bagaglio d'insicurezza che caratterizza chi vede il futuro sempre in bilico. Uno studente, fra l'altro. Un umanista, per giunta. Quasi rassegnato a dover essere su quell'orlo di trampolino di cui scrivevo prima.
Ma ora sono stanco; stanco di dover sempre dire che il 2010 non è stato poi così diverso dal 2009. Un anno pieno di tante cose, emozioni, bei momenti, risate e lacrime. Ma in cui nulla di me è all'apparenza mutato. Voglio tenere ciò che di costante adoro, la mia ragazza innanzitutto. Ma poi voglio anche decidermi a dare uno scossone, a provare a fare qualche tuffo. O riuscirò finalmente a nuotare nel mare, o mi romperò delle ossa. Ma il primo di gennaio del 2012, a dodici mesi dalla fine del mondo (a cui ovviamente non credo), vorrei poter scrivere che c'è qualcosa di diverso. Che qualcosa si sta muovendo.
Cosa? Non lo so ancora, ho appena iniziato l'anno nuovo.

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