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venerdì 25 dicembre 2009
So this is Christmas..
mercoledì 23 dicembre 2009
Riflessione sulla casta politica italiana.
venerdì 6 novembre 2009
Influenza, l'anno scorso in Trentino 50 morti
da L'Adige
http://www.ladige.it/news/2008_lay_notizia_01.php?id_cat=4&id_news=45297
Influenza, l'anno scorso in Trentino 50 morti
TRENTO - Par di capire che l'influenza A ha colpito soprattutto il sistema di comunicazione di massa dei grandi e potenti Paesi dell'Occidente. Però questo Grande Allarme
serve. Serve a testare i sistemi di allerta contro i virus (l'eterna lotta tra micro e macro organismi sembra pendere a nostro sfavore) è, quindi, un'immensa esercitazione di Protezione civile; la paura che serpeggia nell'opinione pubblica forse serve anche a stimolare la ricerca, però, se i numeri hanno un senso, ce n'è uno che va ricordato: lo scorso anno, il Ministero della salute (tanto importante che in Italia non c'è, nel senso che è fuso con quello del lavoro e delle politiche sociali) ha stimato che i morti in Trentino per causa o concausa dell'influenza sono stati 80.
La nostra Azienda sanitaria fa una stima più cauta e si ferma a 50. In tutta Italia si stimano 8 mila decessi per causa o concausa del virus che lo scorso anno non era l'ormai famigeratissimo H1N1. Morti silenziose. Secondo quanto è stato detto ieri durante la conferenza stampa dell'assessore Ugo Rossi e dai dottori Alberto Betta e Valter Carraro questo virus fa meno danni di quello «normale». Questo emerge dall'esperienza dei mesi scorsi nei Paesi del sud del mondo che hanno già vissuto il picco della pandemia. Quindi il è soprattutto l'influenza dell'informazione. «La vera emergenza è l'eccesso di informazioni talora contraddittorie, presenti per esempio su internet», ha detto il responsabile della Direzione promozione educazione alla salute dell'Azienda Alberto Betta. Vero, ma questa è la realtà con i suoi pregi e i suoi tanti difetti. I pregi stanno nella maggiore trasparenza i difetti nella confusione. Che in casi come questi (il virus all'inizio sembrava pericolosissimo) sembra inevitabile. L'importante è far tesoro dell'esperienza. B.Z.
lunedì 26 ottobre 2009
Brad gran bastardo
da L'Espresso
http://espresso.repubblica.it/dettaglio//2111298/2
Brad gran bastardo
sabato 24 ottobre 2009
Future vittime del nostro passato
Scriveva Todrov: “la scoperta dell’America, o meglio degli americani, è l’incontro più straordinario della nostra storia.”* Non è stata solo la scoperta di un qualcosa di sconosciuto, ma di più: il venir meno di certezze, di dogmi, di teologie e di sicurezze. La fine di una coscienza già formata, che vacillava al momento della scoperta di un qualcosa di nuovo, di diverso, e di mai scientificamente calcolato.
Lo scenario che si apriva allora era del tutto simile a quello che, oggi, potrebbe avviarsi con la scoperta di mondi extraterresti. Non è un discorso che prende il via da gossip o di un strato modo di fare informazione (chi ancora guarda la televisione, per scelta o costrizione, sa a cosa mi riferisco), ma una serena argomentazione logica. Non scientifica (esistono prove scientifiche dell’esistenza di un nuovo mondo nello spazio? Evidentemente, per ora, no), ma comunque razionale. “E’ praticamente ovvio”, cantavano i Bluvertigo.
Ma se non possiamo arrogarci la certezza che non esista, lassù, nulla; come possiamo poi pensare che – se gli alieni davvero esistono – saremo noi a scoprirli? Oh, sarebbe una consolante visione terrocentrica. Più probabile che, finalmente, un ufo di passaggio, volendo raggiungere un’altra galassia, s’imbatterà in noi. C’è chi giura che è già successo, ed io non mi sento di escluderlo. Mi viene però da pensare ai nostri antenati conquistadores, ed al loro atteggiamento nei confronti dei nativi americani. Beh, se l’alieno di turno avrà soltanto un decimo della disumanità di noi umani, allora il nostro futuro non sarà molto roseo. Chi di noi avrà la fortuna di sopravvivere, si troverà forse sbattuto in una riserva, forse in un campo di concentramento, forse…
In fondo ce lo meriteremmo.
* T. Todorov, La conquista dell'America. Il problema dell' "altro", Torino: Einaudi, 1984, p. 6
mercoledì 14 ottobre 2009
Leggere: altra forma di sessualità umana
mercoledì 7 ottobre 2009
Lodo Alfano Illegittimo
L'effetto della decisione della Consulta sarà la riapertura di due processi a carico del premier Berlusconi: per corruzione in atti giudiziari dell'avvocato David Mills e per reati societari nella compravendita di diritti tv Mediaset.
Violato anche il principio di uguaglianza
Il lodo Alfano viola anche l'articolo 3 della Costituzione, inerente il principio di uguaglianza. E' quanto hanno sancito i giudici della Consulta, con la decisione di oggi sulla legge che sospende i processi penali per le 4 piu' alte cariche dello Stato.
Bonaiuti: sentenza politica, Berlusconi va avanti
"E' una sentenza politica, ma il presidente Berlusconi, il governo e la maggioranza continueranno a governare come, in tutte le occasioni dall'aprile del 2008, hanno richiesto gli italiani con il loro voto". Lo ha detto il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Paolo Bonaiuti.
Da Palazzo della Consulta e' stato diffuso il seguente comunicato: "La Corte costituzionale, giudicando sulle questioni di legittimita' costituzionale poste con le ordinanze n. 397/08 e n. 398/08 del Tribunale di Milano e n. 9/09 del GIP del Tribunale di Roma ha dichiarato l'illegittimita' costituzionale dell'art. 1 della legge 23 luglio 2008, n. 124 per violazione degli articoli 3 e 138 della Costituzione. Ha altresi' dichiarato inammissibili le questioni di legittimita' costituzionale della stessa disposizione proposte dal GIP del Tribunale di Roma".
martedì 6 ottobre 2009
Il potere del sesso
sabato 26 settembre 2009
Spasmo d'Arte (2)
martedì 22 settembre 2009
H1N1: ovvero gli uccelli che temono i suini
Esistono innegabilmente due temi di straordinaria attualità in Italia – e mi si perdoni se la mia è sempre una visione italocentrica: Berlusconi e l’influenza A (quella che un tempo si definiva “suina”). Tralasciando chi si augura che i due temi possano un giorno coincidere, in questo breve editoriale mi occuperò del secondo.
Quando si parla di questa straordinaria pandemia, del virus H1N1, le posizioni solitamente divergono – da una parte vi sono quei catastrofisti, moderni uccelli del malaugurio, a sentire i quali pare che il 2009 sarà il nuovo 1348; dall’altra quelli che sbuffano ad un’allarmistica campagna di pseudo-informazione (dal punto di vista loro, s’intende. Come biasimarli d’altronde? Sono tutti sopravvissuti alla mucca pazza, dovrebbero temere un maiale?). A sostegno dei primi è arrivata la prima vittima (l’ho scritto che sono uccelli del malaugurio) – pace all’anima sua – una donna di Messina di 46 anni. Il virus si era abbuffato del suo corpo ammalato di broncopolmonite, si era detto in un primo momento, ma la notizia è stata ben presto smentita dalla sorella. “Mia sorella era sana, non aveva la broncopolmonite”, e c’è da crederle. Ma come? Ma il virus non era innocuo, quanto una normale influenza? Rezza e Fazio (rispettivamente membro dell’istituto superiore di sanità e vice-ministro della sanità) confermano: “la donna di Messina è la prima vittima in Italia del virus H1N1”. Alla faccia! Una donna sana, uccisa da una nuova malattia: forse hanno ragione gli uccelli del malaugurio, a temere la suina.
Adriana Sciglio, sostituto procuratore di Messina, probabilmente fa parte del secondo gruppo: quello degli scettici. Sua è infatti la firma al provvedimento che prevede 20 avvisi di garanzia, per altrettanti medici che hanno avuto in cura la donna messinese. Saranno le forze dell’ordine a stabilire se si tratta di un caso di mal sanità – ma d’altronde chi di noi, leggendo dei morti durante l’intervento di appendicectomia negli ospedali del sud (Massimiliano d’Orta e Giuseppe Francolini sono due nomi ad esempio, che lancio a chi vuole approfondire), ha considerato l’appendicite mortale? -.
Poco m’importa star lì a discutere, come si è fatto, se la nuova influenza sia più o meno mortale di quella che già conosciamo (http://www.hcmagazine.it/news/politica-sanitaria/i-tassi-di-mortalità-da-virus-h1n1-una-questione-di-numeri.php) – ciò che dobbiamo considerare è che la malattia è di facile contagio, ma che raramente i suoi sintomi degenerano in una patologia grave (e l’accordo della comunità scientifica è su questo punto unanime). A cosa, o meglio a chi, serve l’allarmismo? Citerò solo il titolo di un trafiletto, scritto da Daniela Condorelli su L’Espresso (n.37 anno LV – 17 settembre 2009): “un business che vale 7 miliardi”.
lunedì 21 settembre 2009
Che c'è nel piatto?
di Sara Ficocelli
(18 settembre 2009)
sabato 19 settembre 2009
Spasmo d'Arte (1)
martedì 15 settembre 2009
Beatles, top dell'evoluzione umana?
Mi pare strano che sul mio blog non abbia ancora parlato di Musica. E che a farlo, ora, in realtà mi limiti a citare un articolo altrui (di Clausi e Castaldo, lo si trova su http://musica-ilcaso.temi.kataweb.it/2009/09/15/se-due-alieni-discutessero-di-beatles-e-dintorni/) L'argomento trattato, però, lo trovo molto interessante. Così come l'artificio giornalistico.
Antefatto: a nostra insaputa sul pianeta Crumble (distanza approssimativa 12 anni luce) hanno una ricezione istantanea di quello che avviene sulla terra. La terra è un pianeta sorvegliato da Crumble per incarico della Federazione Intergalattica. I due guardiani di turno sono Leoc3bx e Obi999.
Nei panni degli alieni: Leonardo Clausi è Leoc3bx, Gino Castaldo Obi999
Leoc3bx: “Questi umani hanno proprio una tecnologia obsoleta. Pensa che solo adesso hanno saputo rimasterizzare gli album dei Beatles. Che suonano meglio, per carità ma dimostrano anche quanto poco i discendenti hanno saputo produrre dopo di loro. Guarda le classifiche inglesi. Il ritorno dei Beatles ai vertici almeno ci dà una tregua dalle varie Lady Gaga e Arctic Monkeys”.
Obi999: “E’ vero, che noia. Ma anche i Beatles, ormai li conosciamo a memoria. Li ascoltiamo da anni. Ti ricordi la prima volta?. Avevamo detto: però, questi terrestri. Sembravano avviati bene. Anche l’atmosfera di quegli anni faceva sperare in meglio. Poi sono come regrediti. E stiamo ancora ad ascoltare i Beatles, quarant’anni dopo”.
Leoc3bx: “Per me è la loro cultura popolare a essere scarsa. Dopo la prima età aurea (Bach, Beethoven, Mozart) e la seconda (Elvis, Dylan, Beatles e Stones), mi spieghi cos’altro c’è stato? Forse quel Michael Jackson? Gli U2? Non scherziamo”.
Obi999: “Sei sempre così cattivo con i poveri terrestri. Forse dovresti cambiare pianeta. Non c’è stato solo quello. Poi gli U2 non sono così male. Certo i Beatles…”
Leoc3bx: “Solo trent’anni fa c’è stato uno scossone. Ricordi quello con i capelli rossi, tutto stracciato e soprannominato Rotten, che osava dichiarare che non gli piacevano i Beatles? E il suo degno compare Strummer che diceva ”la finta beatlemania è crollata”. La storia gli ha dato torto, per usare un’espressione che gli è cara. E dire che hanno avuto quasi mezzo secolo di tempo per produrre qualcosa di meglio. Invece, questo continuo riscaldare la stessa minestra…”.
Obi999: “Sì, in parte è vero. Stanno vivendo un periodo così. Riciclano, ripetono, imitano, ricompongono. Idee nuove in giro non se ne vedono. Ma prima di denunciarli alla Federazione aspetterei ancora un po’. Magari è un ciclo. E’ successo tante volte. Il fatto è che non imparano dagli errori. Tutto questo clamore sui Beatles potrebbe essere utile se ci riflettessero sopra, se capissero che per imprimere nuove energie ci vuole un nuovo pensiero. Insomma dovrebbero fare proprio come i Beatles, non nel senso di copiarli, ma di applicare quello che era il loro metodo. Non accontentarsi mai dell’ovvio. Cedere allo stupore, all’estasi meravigliosa dell’atto creativo”.
Leoc3bx: “E poi, diciamocelo, la tesi che avrebbero ucciso il rock and roll, come si è cominciato a capire molti anni dopo, non suona poi tanto assurda. Prima di loro il rock era un misto di stili bianchi e neri, mentre loro lo strapparono alle radici nere, lo annacquarono per renderlo appetibile alle middle class bianche europee e finirono per dividere la cultura popolare da un punto di vista razziale, una cesura irrisolta fino a oggi”.
Obi999: “Questa è una boiata di qualche terrestre in cerca di notorietà, e tu abbocchi come un merlo. Casomai è il contrario. Guarda Aretha Franklin che cantava Bacharach. Quello era tutto un gioco di scambi, era proprio quella la ricchezza della musica popolare del tempo. Ho scoperto scartabellando vecchi archivi che i Beatles stavano per andare a registrare negli studi della Stax a Memphis. Poi andò a monte perché alla Stax non seppero mantenere il segreto e arrivò una folla di fans sovraeccitati. Il disco che dovevano fare era Revolver“…
Leoc3bx: “Stamattina ascoltavo la totalità della musica popolare terrestre dopo il 1968 mentre mi radevo le antenne e ho notato che un buon 45 per cento ricorda qualche cosa che quei Beatles avevano già fatto, meglio, migliaia di anni prima. eppure a º¬º#ºπø] continuano a non piacere: dice che erano meglio i loro rivali, quelli col cantante che ancheggia”.
Obi999: “E’ per questo che li ha vietati. Forse ha ragione. Sul nostro pianeta è vietata la riproduzione di ogni album o brano dei Beatles. E’ censura totale. La Federazione sostiene sia l’unico modo perché qualcuno inventi musica nuova”…
venerdì 11 settembre 2009
Segnalazione: IL CAFFE' FILOSOFICO
Dall’11 settembre “Il caffè filosofico - La filosofia raccontata dai filosofi”
Il 1° DVD con Repubblica e L'espresso a solo 1 euro in più
Una collana di 16 DVD in cui i più autorevoli studiosi contemporanei (Severino, Ferraris, Odifreddi, Galimberti, Vattimo, Rodotà, De Monticelli, Bodei, Curi, Ciliberto, Rossi, Giorello) ci raccontano con semplicità il pensiero sei più grandi filosofi dalle origini ad oggi. Per capire il passato, la nostra vita e costruire il futuro.Si parte alla scoperta delle origini della filosofia, attraverso le domande dei primi pensatori dell'antica Grecia che hanno costruito le fondamenta della cultura occidentale. Qual è il principio di tutte le cose? Cos'è l'essere e cos'è il nulla? Qual è il senso della vita e della morte? I primi passi lungo il sentiero della meravigliosa avventura del pensiero.
giovedì 10 settembre 2009
L'immortalità di un mediocre
martedì 8 settembre 2009
Libertino fra gli eruditi
"Un detto attribuito a un egotista di chiara fama come Lord Byron fa colpo su di me con la sua melliflua saggezza, riassumendo in sole sei parole quello che già allora mi sembra un dilemma morale di insuperabili proporzioni. Con una certa audacia strategica, lo cito ad alta voce alle compagne che mi resistono sostenendo che sono troppo intelligente per certe cose. – Studioso di giorno, - le informo – dissoluto di notte -. Scopro presto che è meglio sostituire “dissoluto” con “voglioso” – dopotutto non mi trovo in un palazzo veneziano, ma in un campus nel Nord dello Stato di New York, e non mi posso permettere di sconvolgere queste ragazze più di quanto già non faccia con il mio “vocabolario” e la mia crescente reputazione di “solitario”. Leggendo Macaulay per Inglese 203, mi imbatto nella sua definizione di Steele, il collaboratore di Addison, e “Eureka!”, esclamo, perché ecco un’altra prestigiosa giustificazione per i miei alti voti e i miei bassi deliri. “Un libertino fra gli eruditi, un erudito fra i libertini”. Perfetto! Me lo attacco in bacheca, accanto alla citazione di Byron, subito sopra i nomi delle ragazze che ho in mente di sedurre, una parola le cui più profonde risonanze non derivano per me dalla pornografia e nemmeno dai rotocalchi, ma dalla tormentata lettura di Enten-Eller di Kierkegaard."
Philip Roth, The Professor of Desire, 1977
ed. italiana Il professore di desiderio, 2009
Einaudi Editore, traduzione di Norman Gobetti
Arriva Kindle: il futuro della lettura?
Duttilità, praticità e salvezza editoriale, o empietà culturale omicida della poesia?
lunedì 7 settembre 2009
Libertà?
sabato 5 settembre 2009
Parzialmente liberi
mercoledì 19 agosto 2009
Lutto nel mondo della cultura
http://video.corriere.it?v
Scrittrice, giornalista, traduttrice e critica, nasce a Genova il 18 luglio 1917. A ventiquattro anni - e in piena seconda guerra mondiale - si laurea in Lettere con una tesi in letteratura americana su Moby Dick. Il capolavoro di Melville è la chiave che le apre la porta sul mondo della grande letteratura made in Usa. Nel 1943, pubblica la prima parziale traduzione dell'Antologia di Spoon River di Edgar Lee Masters.
Il suo mentore è Cesare Pavese, già suo professore al liceo D'Azeglio di Torino e il primo di una serie di incontri fondamentali, tra cui quello con il marito, il grande architetto e designer Ettore Sottsass. L'incontro del 1948, a Cortina, è con Ernest Hemingway. Nasce un rapporto di amicizia e di lavoro. Nel 1949, Mondadori manda in stampa la traduzione di Addio alle armi. La Pivano sarà la maggiore curatrice delle opere dell'autore de Il vecchio e il mare.
Il primo viaggio negli Stati Uniti è del 1956. Al suo ritorno, porterà in Italia la poetica, le pagine di letteratura e di vita della beat generation. Di Gregory Corso, Lawrence Ferlinghetti e poi William Burroughs. La prefazione a Sulla strada di un certo Jack Kerouac è sua. Negli anni successivi, traduce Allen Ginsberg, ma anche Bob Dylan. Il suo approccio alla letteratura non conosce steccati. Di Fabrizio De Andrè dirà, prima di altri, "è il più grande poeta italiano del Novecento".
I suoi Diari (1917-1973), pubblicati da Bompiani, sono una messe di aneddoti ed episodi tratti da una vita straordinaria. Negli ultimi anni, la Pivano continua a promuovere e a riconoscere il talento dei nuovi narratori d'America: Bret Easton Ellis, Chuck Palahniuk, David Foster Wallace. Il suo amore per la musica la porta a partecipare al video di Luciano Ligabue,Almeno credo, e a partecipare alla realizzazione del disco di Morgan omaggio-remake a De Andrè, Non al denaro, non all'amore né al cielo.
I funerali si svolgeranno venerdì a Genova, nella basilica dell'Assunta in Carignano. La stessa dove si celebro, dieci anni fa, l'addio all'amico poeta De Andrè.
(18 agosto 2009)
giovedì 13 agosto 2009
Delitto e castigo, ovvero rinascita dell’uomo.
Esiste giustificazione al delitto, vi sono attenuanti all’omicidio, esiste una dimensione teorica o pratica in cui ciò che è percepito come moralmente abietto diviene non solo accettabile ma persino doveroso? Ed ancora: cosa spinge la mente a percepire come spregevole un atto, ed al suo compimento sin dove possono arrivare il rimorso della coscienza, l’orgoglio, l’attaccamento alla vita? Si può accettare d’aver ucciso, o l’omicida sarà sempre vittima d’un castigo istintivo; debole, incapace, impotente di fronte alla paura d’esser scoperto, o, ancor peggio, giudicato? Esistono uomini, o meglio superuomini, che sono al di sopra del concetto stesso di delitto? Senza sangue versato, ci ricorderemmo nei libri di storia di Napoleone?
E’ un’inquietante, a volte macabra, (ma non per questo pienamente razionale e legata al suo tempo) filosofia che si nasconde dietro al Delitto e Castigo di Dostoevskij, di cui ho da poco ultimata la lettura. Il delitto dell’ex studente (e la dimensione di colto intellettuale si confonde con l’alta auto-considerazione per la sua intelligenza) Rodiòn Romànovič Raskòl’nikov, che ha ucciso una vecchia usuraia e la sorella (per quanto quest’ultimo sia omicidio non voluto), diviene lo sfondo di una riflessione esistenzialistica di pungente realismo. Non solo: il tutto è inserito in un contesto ben definito, che pare (e probabilmente è) figlio di un celato autobiografismo. La miseria stessa diviene personaggio fra i principali della vicenda, la vita di Pietroburgo, le taverne con i suoi ubriachi, la fame e le malattie. E naturalmente l’ingiustizia, i soprusi, l’usura; il delitto ed il castigo.
Dostoevskij tratteggia, insomma, al di dietro della narrazione un ritratto che per il contemporaneo fu certo di straordinaria attualità, mentre per il lettore odierno un romanzo storico di vita che non rientra nei libri di storia. I dimenticati nel dramma di un’esistenza ai bordi dei vicoli, negli sporchi appartamenti in affitto, affogati nella vodka o imbevuti nel tè. Fra miseria e sentimenti, disperazione e morte, il delitto pare a tratti una svolta sì drammatica, ma incresciosamente naturale. Seppure mai l’autore si schieri apertamente a favore dell’atto del suo protagonista, incentrando gran parte del romanzo proprio sul castigo. Castigo che non è però giudizio, quanto piuttosto conseguenza.
Sono tuttavia i personaggi, nei loro monologhi o nelle serrate discussioni, a suscitare il maggiore interesse della penna di Dostoevskij, attento studioso dell’uomo e dei suoi umori, in un climax di drammaticità che trova il suo apice nelle vicende della famiglia Marmeladov. E’ quest’ultima compagna dell’agire del Raskòl’nikov, ma ancor più sintesi dell’ineluttabile sofferenza umana, accettata però con latente umiltà. Atteggiamento, questo, sintetizzato appieno dalla figura di Sonja, una sorta di angelica peccatrice, di necessità prostituta, ma devota religiosa. Ella pare in effetti l’antitesi del protagonista, essendo questi piuttosto risoluto a risolvere l’apatica sua condizione con il delitto stesso, che assume i connotati dell’iniziazione. La vera colpa che si riconosce non è poi l’omicidio, quanto piuttosto l’incapacità di amministrarne l’esperienza. La finale realizzazione della propria debolezza nel gestire le conseguenze del gesto ed i sospetti altrui, l’appartenenza ad un modello di normalità in cui il delitto è effettivamente delitto. Il riconoscimento che forse proprio nell’atteggiamento di Sonja v’è l’unica possibilità di svolta, sia essa solo una consapevole accettazione, una sorta di servitù alla vita.
Il castigo che porta al rinnovamento dell’uomo, tanto che si potrebbe sospettare che per Raskòl’nikov fosse proprio necessario un atto forte come il delitto, per ritrovare la strada di una rinascita.
martedì 21 luglio 2009
Su "Il campo del vasaio"
domenica 31 maggio 2009
Ultimi libri e articoli letti
Mi piace talvolta fare un elenco, sia come piccola soddisfazione curriculare, sia soprattutto come traccia che leggerò volentieri nel tempo..
ULTIMI LIBRI E ARTICOLI LETTI |
Marco Bettalli, Anna Lucia D'Agata, Anna Magnetto Storia Greca Carocci Editore, 2006 |
Oswyn Murray La Grecia delle Origini Bologna: Il Mulino, 2001 |
Michele Faraguna Alessandro Magno tra Grecia e Asia in Storia d'Europa e del Mediterraneo Salerno Editore, 2007 |
Antonietta Marini Civiltà Micenea e Civiltà Greca: Continuità/Discontinuità in Storia d'Europa e del Mediterraneo Salerno Editore, 2007 |
Dario Fo L'Apocalisse Rimandata (ovvero Benvenuta Catastrofe) Guanda, 2007 |
Oscar Wilde Il Ritratto di Dorian Gray Classici Mondadori |
Horace Walpole Il Castello d'Otranto |
Jacques Le Goff Alla Ricerca del Medioevo Laterza |
Simon Price Le Religioni dei Greci Il Mulino |
Stephen King Blaze Sperling&Kupfer |
Stephen King On Writing Sperling&Kupfer |