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lunedì 26 ottobre 2009
Brad gran bastardo
di Lietta Tornabuoni
Con 'Bastardi senza gloria' Quentin Tarantino ha fatto davvero un bellissimo lavoro di cinema. Ha preso una storia classica di Resistenza e patriottismo, con tutti i suoi luoghi topici: la Francia sotto l'occupazione, i nazisti educati e malvagi persecutori e autori di eccidi, il maquis, l'intrepida ragazza antinazista che gestisce con l'aiuto di un nero un piccolo cinema parigino e progetta attentati, la star ambigua, il giovane eroe nazi, lo scontro tra le parti in un locale pubblico. Ha raccontato tutto questo nel perfetto stile dei film dell'immediato dopoguerra o comunque sul tema, a parte il film italiano di serie B di Castellari al quale afferma d'essersi ispirato. Risultato filologicamente ottimo con qualcosa di più, molto importante: la semi-parodia suscita, oltre all'ironia e al divertimento, emozioni vere, autentici sentimenti d'indignazione e di coraggio, nobili pulsioni d'avventura, nostalgie di facilità politica. Ammirevole. Unica variante, il gruppo di ebrei militari americani vindici guidati da Brad Pitt che compie azioni di guerriglia contro i tedeschi, osserva un uso particolare: una volta uccisi i nemici (o anche prima che siano morti), come i pellerossa dei vecchi western ne taglia via lo scalpo.
Di una simile abitudine non si era mai sentito: chissà se nel film vuol essere un incoraggiamento alla rivolta crudele, l'allusione a una ferocia di gruppo, o appena un capriccio raccapricciante. Sequenza di rara maestrìa registica, la lotta tra nazisti e antinazisti, seduti a tavoli diversi in una birreria. La coreografia degli scontri nell'angusto spazio seminterrato, il montare della situazione dalla calma alla morte, il mutare delle facce e delle voci sono grandi. Peccato (o forse no) che Tarantino usi la propria bravura quasi soltanto nell'ambito del gratuito, ma pazienza. Sarà per un'altra volta.
Bastardi senza gloria di Quentin Tarantino con Brad Pitt, Christoph Waltz, Diane Kruger
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