giovedì 31 marzo 2011

Amicizia ai tempi di facebook

Se dovessi dividere in tre categorie le persone che conosco, e che considero in qualche modo mie amiche (anche lontanamente, o anche solo per abusare del vocabolo 'amico'), penso che le catalogherei in quelle con cui prenderei un tè, quelle con cui berrei un whiskey, e, infine, quelle che stimo di più, e con cui farei entrambe le cose. Solo una persona sfugge a questa catalogazione, ed è quella con cui passerei tutta la vita.

Parliamo della seconda categoria, quella delle amicizie 'da whiskey', in altro modo definibili come 'amicizie da bar', ma potrei anche chiamarle amicizie 'da concerto'. Sono quelle persone conosciute in una situazione di disimpegno, generalmente nella febbre del sabato sera; alcune sono diventate anche presenze costanti delle serate nei locali. Chiamarle amicizie è lecito, ma svilente verso un senso più alto di questo vocabolo; sappiamo però bene come l'avvento dei social network abbia dato un valore semantico nuovo a questo termine. Eccoci nel mondo maledetto di facebook, dove sotto il termine 'amicizie' possiamo trovare persone con cui magari non abbiamo nemmeno parlato, che conosciamo di vista, e che all'improvviso vogliono farci sapere che sono fans delle 'vecchiette che si sentono fighe anticipando le parole del prete in chiesa', o del 'burro di arachidi'. Siamo ormai nella quarta categoria, le amicizie 'da facebook', una nuova realtà sociale in cui anche i più restii (e di esempi ne potrei fare diversi) prima o poi cadono.

Finché si è nella goliardia, o nell'utilizzo di facebook come alternativa alla pausa caffè, il problema non si pone. Il vero rischio si ha quando scendono in campo valori diversi, opinioni politiche, di religione; quando, insomma, su facebook non si parla più del video dei Misfits, ma del centocinquantesimo dell'unità d'Italia, del presidente del consiglio o di antisemitismo. Allora quel palco costruito, quella gerarchia delle amicizie, crolla e rivela la sua fragilità: quando, intendo, l'amico che consideravamo 'da whiskey' esce dal suo ruolo di personaggio del sabato sera, e si palesa nella sua interezza di uomo. Con le sue idee, spesso figlie di principi del tutto in opposizione con i nostri.
Allora: come reagire? Restare nella superficialità delle simpatie occasionali, chiudere gli occhi sulle nuove scoperte di un'inconciliabilità di valori (d'altronde era già un sospetto, dal momento che queste amicizie erano rimaste nella categoria del 'whiskey' e non eran passate a quelle 'da té'), o essere tanto fedeli alle proprie idee da mettere a repentaglio l'intero costrutto delle amicizie occasionali?

L'unica certezza è che facebook - anche nelle questioni ben più serie - ha cambiato il senso delle strutture del pensiero e della cultura di quasi ognuno di noi.

0 commenti: