mercoledì 14 ottobre 2009

Leggere: altra forma di sessualità umana

Talvolta dandomi in pasto alla retorica (cosa che faccio spesso, soprattutto quando scrivo!, e c'è chi mi critica per questo), riconosco che esistono dei libri che cambiano la vita di chi li legge. Credo sinceramente che qualsiasi essere avulso alla lettura, e di conseguenza al pensiero, perda la possibilità di scoprire una parte migliore di sé. Non nego che esista un altro tipo di cultura - la cosiddetta cultura di vita - di cui un illetterato è spesso più colto di un accademico. Ma l'Arte (intesa in ogni sua essenza: anche quella figurativa, ma non solo) è la sola strada per un certo tipo di piacevole intelligenza. Si tratta di un sapere che può sì sfociare nell'erudizione, ma che trova la sua prima linfa nell'istinto umano di ricerca del piacere. Leggere Oscar Wilde è un qualcosa di diverso dall'avere un orgasmo, ma qualcosa anche di maledettamente simile.
L'uomo legge per conoscere, aumentare la propria capacità di raziocinio e la propria cultura, così come l'uomo si dà al sesso per salvare la propria specie! L'obbiettivo finale, che è tutto per i teorici o gli studiosi del mondo, è un pensiero in realtà nemmeno sfiorato nella praticità. Verrà il giorno in cui ognuno di noi si darà al letto solo per far nascere vita dal seme, ma prima di quel momento c'è sempre quello - se non si è puritani o maledettamente teofili - in cui si insegue solo il piacere. Il piacere, e talvolta (in alcuni spesso) il piacere unito all'amore (o anche l'amore è un'altra forma del piacere? argomento interessante, ma non posso svilupparlo ora).
Ecco: credo che nella lettura non vi sia nulla di dissimile. Si può consacrare la vita ad essa, solo se ci si dedica innanzitutto per proprio gusto, per proprio desiderio, perché se ne ha bisogno. Finché si crede che si debba leggere per dovere - o fare l'amore per necessità riproduttive - allora si perde veramente il gusto per l'atto. Se invece ci si abbandona pienamente alla ricerca del piacere, ed al piacere che inevitabilmente deriva (non credo a chi sostiene il contrario), i sensi - ancor prima dell'intelligenza - ne riescono appagati.
Ed ecco il motivo per cui credo che certi libri cambino la vita. Sì, leggere Edgar Lee Masters è come farsi fare un pompino dall'anima gemella (sarebbe piaciuta l'immagine a Fernanda Pivano?): un'esperienza criticabile solo da chi non l'ha mai provata. C'è una piccola linea che corre fra l'immensità di un libro, l'immensità dell'esperienza sessuale, l'immensità dell'amore: questa linea è il Desiderio dell'istinto umano, che è come un'autostrada di nervi che danno vita all'uomo. E solo la soddisfazione del piacere può poi portare al reale appagamento.

PS: se c'è qualcuno che mai leggerà queste parole, in commento può - oltre alle sue osservazioni - appuntare qualche titolo di libri che gli hanno cambiato la vita. Che bello sarebbe ricavarne dei consigli! Per conto mio, due titoli li ho già sottointesi: sono l'Antologia di Spoon River di Edgar Lee Masters (Einaudi) ed Il ritratto di Dorian Gray di Oscar Wilde (varie edizioni).

1 commenti:

Poldino ha detto...

uno, nessuno e centomila di Pirandello