venerdì 9 gennaio 2009

Evoluzione di una lingua (1)

Ricordo, ormai svariati anni fa, che mi sorpresi nell’apprendere che mio fratello, allora evidentemente infante, non conoscesse il significato della parola ‘rischio’.
Non saprei dire con certezza quanti anni avessi io, ma postulando che fra me e lui vi sono sei anni di età, è molto probabile che io avessi già almeno una conoscenza di base dell’italiano. Ma come trovare una definizione che rendesse appieno il concetto di ‘rischio’?
Attenzione: non si trattava d’un dubbio di qualsivoglia accezione teoretica, quella di mio fratello era una carenza semplicemente lessicale, sicché se avessi associato alla parola ‘rischio’ una definizione fantasiosa, egli non avrebbe di certo avanzato obbiezioni.
La riflessione innocente, ed il dubbio d’allora, potrebbe essere in realtà la base di argomentazioni alquanto più serie. Innanzitutto: la lingua è di per sé il riflesso di un mondo vivo, o, ancor meglio, è essa stessa un sistema in costante evoluzione, che sfugge ai codici di grammatiche e dizionari.
Facciamo un esempio del tutto inverosimile, ma che, se vi si coglie correttamente l’estremizzazione, conserva una qualche sensatezza. Qualora avessi davvero inventato un significato nuovo alla parola ‘rischio’, e mio fratello lo avesse preso per valido, mettiamo per esempio che egli, cresciuto, si fosse trovato inserito in un conglomerato sociale, utilizzando la parola ‘rischio’ con una determina accezione (appunto quella che io gli avevo insegnato), non sarebbe stato del tutto impossibile che tale valore del lessema ottenesse una sorta di generale approvazione, sia essa limitata ad un determinato sostrato. Ribadisco che l’esempio è del tutto fantasioso, se non altro perché vorrebbe attribuire a mio fratello un carisma, di cui, almeno per ora, lo trovo sprovvisto.
Eppure l’italiano è colmo di esempi di questo tipo. Pensiamo alla parola ‘squillo’: se la rivolgiamo ad un italiano del quattrocento penserà ad uno strumento musicale, un romano del secolo scorso ad una ‘donna di strada’, un teenager al suo cellulare.
Sono affascinato dai fenomeni linguistici, dalla genesi di neologismi, dal gergo e dai dialetti. Credo che me ne occuperò ancora, nel corso del blog.

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