Feeds, Twitter e Blog License
martedì 8 maggio 2012
...
TAKE A WALK OUTSIDE YOUR MIND
TELL ME HOW IT FEELS TO BE
THE ONE WHO TURNS
THE KNIFE INSIDE OF ME.
domenica 6 maggio 2012
Il Bar dei Quattro Venti
«Facciamo una
passeggiata
Laggiù, sulla spiaggia
so che presto ti sposerai
e desideri sapere da dove vengono i venti»
Laggiù, sulla spiaggia
so che presto ti sposerai
e desideri sapere da dove vengono i venti»
Hanno aperto il Bar dei Quattro Venti.
Ci servono cianuro in vasche da litri, e si paga solo con il sangue.
Nikky ha il suo sgabello, bordato di rosso, si appoggia al banco e
finge di avere l'aria di un uomo vissuto. Tutta finzione, nei suoi
occhi si vede la fragilità di chi si sente solo, senza autostima, e
sconfitto dal passato. La barista non lo chiama ancora per nome, ma
quando lo vede sa che potrà guadagnarci. Nikky di sangue ne ha
molto; beve “dic'otto lune”, e poi versa la sua emoglobina,
pagando sino all'ultima goccia.
Ma accanto a lui non c'è mai nessuno
che possa capirlo. Nikky vorrebbe solo essere abbracciato, lasciare
che il tempo si fermi, divenga tutto buio. Vorrebbe tornare
d'improvviso bambino, fingendo che non sia successo mai nulla.
Vorrebbe sentirsi stordito ma soccorso, e chi se ne importa dei
litigi, degli errori, delle parole e della gelosia; ogni tanto
bisognerebbe solo smettere di parlare, e trasformare ogni sillaba in
una nota. Se tutti diventassimo una canzone, pensa Nikky, ci si
potrebbe mescolare in un concerto, e superare tutte le limitazioni di
una vita piatta, che ferma i battiti del cuore per lasciare troppo
spazio ai limiti della mente. Nikky si uccide di alcool perché ha
troppo amore da dare, vorrebbe solo qualcuno pronto a raccoglierlo.
Solo?
Quando Nikky siede sul suo sgabello al
Bar dei Quattro Venti, quando diviene una cosa sola col legno e la
sua umidità, ciò che lo circonda è solo uno sfondo. Vede gente
impolverata che corre, gli sembra che siano tutti coperti di
ragnatele. In quelle occasioni il bisogno di Mary esplode; la mente
inizia a pensare a lei, le narici a cercare il suo profumo, le labbra
a cercare il suo contorno da assaggiare. E il resto del corpo, ogni
singola parte, cerca quei brividi di un tempo. Sensazioni che ora
sono immaginazione. In quei casi tutto sfuma, e lui non riesce a
smettere di cercarla.
Poi le porte si chiudono anche al Bar
dei Quattro Venti. La leggenda dice che da quel posto si possa uscire
solo da morti. Nikky non può sapere se è vero. È passato un mese
da quando Mary se ne è andata, e lui non ha più ripreso a vivere
davvero. Si sente come un gesso spezzato, senza una lavagna su cui
scrivere. E vorrebbe tanto essere abbracciato.
vedi:
Etichette:
bozze,
deliri,
la storia di Nikky,
schizzi,
Susi
Iscriviti a:
Post (Atom)